La "British Invasion" del Belpaese : quando i sudditi di Sua Maestà cantavano in italiano




E' risaputo che, nei primi anni '60, i giovani italiani avevano molte difficoltà a reperire i dischi dei loro idoli provenienti, in prevalenza, dai paesi anglosassoni e si dovevano accontentare di acquistarli anche dopo mesi dalla loro realizzazione. A parte qualche fortunato che, all'epoca, aveva il privilegio di viaggiare e acquistarli direttamente sul posto, si poteva solo sperare nella benevolenza di qualche amico o parente che risiedeva in quei paesi. Per il resto bisognava rassegnarsi ad aspettare.  Un' alternativa all'agognato disco rimaneva la radio, unico mezzo a disposizione all'epoca, in grado di valicare le Alpi con le onde corte, senza estenuanti attese e infruttuose visite ai negozi di dischi sparsi per la penisola. Leggendaria, in tal senso, era la mitica Radio Luxembourg, che ha fatto rimanere svegli molti giovani desiderosi di ascoltare le novità musicali dei loro beniamini. Molti protagonisti nostrani (esistono molte testimonianze in proposito), trascorrevano le nottate sintonizzati sulle onde corte cercando di "assimilare" le melodie di nuovi pezzi, (magari registrando con il Geloso) che quasi sempre si tramutavano in una delle famigerate "cover" che tanto hanno caratterizzato la storia musicale italiana di quel periodo. Sul fenomeno "cover" i pareri sono discordanti da sempre. Per alcuni si trattava di qualcosa di scarso valore musicale, una sorta di scopiazzatura che spesso si concretizzava in un prodotto, qualitativamente, di scarso valore artistico e che, nella maggior parte dei casi, si discostava notevolmente dall'originale. Diciamo che, molte di queste, venivano realizzate con la comprensibile fretta di bruciare potenziali concorrenti interessati agli stessi brani e questo incideva, soprattutto per quanto riguarda i testi, quasi sempre lontani dagli originali, sulla qualità complessiva del prodotto. A tutt'oggi ancora nessuno è riuscito a fare una classificazione esaustiva delle cover in italiano realizzate in quegli anni e, a distanza di tanti anni, continuano a venire fuori cover sconosciute, finite nel dimenticatoio collettivo, sepolte dal tempo e cancellate dai ricordi di tanti protagonisti. Fenomeno quindi completamente da classificare come negativo ? Niente affatto ! Si passa da dischi realizzati in maniera avventurosa da autori improbabili, ad autentici capolavori addirittura superiori anche agli originali. E' il caso (prendo ad esempio il primo che mi viene in mente) di "Nel Buio" dei Pooh (parlo di quelli degli anni della Vedette !) che ha decisamente un arrangiamento superiore a quello della "matrice" "I Looked In The Mirror" di Bob Morrison. Ma qual era l'atteggiamento degli autori e degli interpreti originali di fronte a questa specie di saccheggio artistico ? In linea di massima non era negativo e, tralasciando la piaga dei plagi (ovvero quei brani copiati senza riconoscere la paternità agli autori originali, dimenticanza che si concretizzava omettendo di indicare sulle etichette dei dischi, i nomi degli stessi), difficilmente non si autorizzava la realizzazione della cover e il motivo era prettamente di tipo economico visto che, in Italia, di dischi se ne vendevano veramente tanti e i proventi derivanti dai diritti d'autore, erano veramente cospicui. Ma di plagi e cover ne parleremo estesamente in un'altra occasione e centrerei l'attenzione su quella che mi piace definire una "British Invasion" nostrana, forse non grande come quella che investì gli USA ma ugualmente importante e significativa. La Gran Bretagna e l'Inghilterra in particolare, rappresentavano per le nuove generazioni italiane, un punto di riferimento quasi ideologico oltre che musicale, la terra promessa per chi amava portare i capelli lunghi o la minigonna. Dall'altra parte l'Italia veniva vista come un paese dinamico e in evoluzione, un mercato appetibile caratterizzato da vendite di dischi importanti e fu quindi quasi naturale che molti big d'oltremanica, venissero qui da noi a proporci i loro pezzi cantati nella nostra lingua o, in alcuni casi, addirittura proponendo brani originali in italiano. E' un argomento che non potrà essere esaurito in un unico post e quindi riprenderò l'argomento in successive puntate.


 Cilla Black, la sorellina dei Beatles



Priscilla Maria Veronica White (Liverpool, 27 Maggio 1943 - Marbella, 1 Agosto 2015), aveva cominciato ad esibirsi giovanissima assieme ad alcuni gruppi di Liverpool appartenenti al genere musicale noto come "Merseysound", ovvero quell'irripetibile fenomeno musicale che rese celebre Liverpool nel mondo, capace di sfornare talenti a ripetizione, Beatles in testa, e di cambiare il modo di fare musica e di scrivere canzoni, miscelando più generi, dal Rock'n Roll al Blues e dando vita al British Pop tipico della città sulle rive del fiume Mersey. Il nome d'arte Cilla Black venne adottato a seguito di un errore del giornale locale "Mersey Beat"che, in un resoconto di una sua esibizione, la indicò erroneamente con questo nome. Procuratasi un lavoro come guardarobiera al Cavern Club, locale dove si esibivano i Beatles, grazie all'amicizia stretta con John Lennon, Cilla ottenne un provino agli Abbey Road Studios sotto l'ala protettiva dei futuri baronetti e, soprattutto, usufruendo del genio e delle doti manageriali di Brian Epstein, lo stesso dei fab four. Pur essendo popolare in patria, il successo internazionale di Cilla Black, arriva grazie a una canzone italiana, "Il Mio Mondo", scritta e cantata da Umberto Bindi. Grazie al bel testo scritto da Carl Sigman e dalla magistrale interpretazione di Cilla, la canzone diventa un hit mondiale. Forse è proprio il successo ottenuto con il capolavoro di Bindi che, a Cilla Black, vengono proposti alcuni brani in italiano che danno vita a un paio di 45 giri. Il primo è del 1968 e comprendeva, sul lato A, la cover in italiano di "Step Inside Love" scritta da Paul Mc Cartney e John Lennon, intitolata "Mi Innamoro" mentre, sul Lato B vi è una canzone originale italiana scritta da Umberto Bindi e da Luciano Beretta intitolata "Non C'E' Domani". Nel 1969 viene pubblicato un altro 45 giri italiano "Quando Si Spezza Un Grande Amore" con testo di Mogol e cover di "Surround Yourself With Sorrow", mentre sul Lato B vi è una canzone in inglese intitolata "Without Him".



Mi Innamoro (Step Inside Love)/Non C'E' Domani
Ricordi International - Numero Catalogo SIR 20.080 - Anno 1968


Front Cover

Back Cover

Lato A

Lato B







"Quando Si Spezza Un Grande Amore"/"Without Him"
Ricordi International - Numero catalogo SIR 20.098 - Anno 1969


La Front Cover del 45 del 1969
Spartito e testo



Mary Hopkin, la meteora Gallese


Mary Hopkin (Pontardawe, 3 Maggio 1950) non ha ancora compiuto 18 anni quando, partecipando alla tramissione Opportunity Knoks, viene notata dalla famosa modella Twiggy che rimane positivamente colpita dalla bravura e dalla voce della ragazza, tanto da segnalarla al suo amico Paul Mc Cartney che, ascoltatala nella puntata successiva, ne rimane colpito a tal punto, da spalancarle le porte della Apple Records, facendole incidere un pezzo scritto da Gene e Francesca Raskin intitolato "Those Were The Days". Il pezzo, che era stato rifiutato dai Moody Blues e da Donovan, in pochi mesi stabilisce un vero record di vendite in tutto il mondo, arrivando a superare i 4 milioni di copie ed entrando in classifica nelle Hit Parade di Europa e Americhe, dagli Stati Uniti alla Norvegia e permette a Mary Hopkin, di vincere una personale gara con Sandie Shaw che aveva inciso lo stesso brano. Grazie ai buoni uffici di Paul Mc Cartney, Mary Hopkin fu ospite all'Ed Sullivan Show, vetrina televisiva di primissimo piano all'epoca. Ma il successo cominciò a diminuire anche a causa di alcune scelte discografiche che la portarono ad abbandonare la Apple e dopo soli 4 anni, Mary si ritira dall'attività artistica subito dopo il suo matrimonio con il produttore italo americano Tony Visconti, dedicandosi ai due figli e a qualche fugace ritorno sulle scene proponendo brani folk.
In Italia Mary Hopkin è ricordata per la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 1969 in coppia con Sergio Endrigo, con la canzone "Lontano Dagli Occhi", autori lo stesso Endrigo e Sergio Bardotti e classificatasi al secondo posto. Il 45 giri su etichetta Apple ha sul lato B un brano in inglese intitolato "The Game". In precedenza, nel 1968, aveva pubblicato anche la cover italiana di "Those Were The Days" intitolata "Quelli eran giorni" con testo scritto da Daiano, pseudonimo di Carlo Fontana. Sul Lato B il celebre brano di Pete Seegar "Turn Turn Turn".


"Quelli Eran Giorni"(Those Were The Days)/"Turn Turn Turn"
Apple Records - Numero Catalogo : Apple 2 - Anno 1968


Front Cover

Back Cover

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"Lontano Dagli Occhi"/"The Game"
Apple Records - Numero Catalogo : Apple 7 - Anno 1969


Front Cover

Back Cover

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Edizione Juke-Box










Le lacrime dei Rolling Stones



Ebbene si ! Anche la longeva band inglese delle pietre rotolanti non ha saputo rinunciare ad incidere una canzone in italiano. Successe nel 1966 (il disco uscì il 16 Marzo 1966), grazie al paroliere Dante Panzuti (in arte DANPA) che scrisse il testo in italiano della celeberrima "As Tears Go By", abbastanza attinente al testo originale e intitolata "Con Le Mie Lacrime" su etichetta DECCA, storica label dei Rolling Stone. Sul retro un brano in inglese "Heart of Soul". La stessa DECCA, nel 1970, ripubblicò il 45 con una differente copertina. Inutile dire che, entrambi i dischi, ambiti da qualsiasi collezionista che si rispetti, non sono di facilissima reperibilità, ma basta metterci un po' di pazienza



"Con Le Mie Lacrime" (As Tears Go By)/"Heart Of Stone
DECCA Records - Numero Catalogo : 45 F 22207 - Anno 1966


Il mitico 45 giri dei Rolling Stone

Back Cover 

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"Con Le Mie Lacrime" (As Tears Go By)/"Heart Of Soul"
DECCA Records - Numero Catalogo F 22270 - Anno 1970 (RISTAMPA)


Front Cover

Back Cover

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Marianne Faithfull, la dama dei Rolling Stones


Marianne Evelyn Faithfull (Hampstead- London, 29 Dicembre 1946) è stata una delle principali protagoniste della Swinging London. Figlia della Baronessa viennese Eva Von Sacher - Masoch e del maggiore dell'esercito Robert Glynn Faithfull, Marianne inizia la sua carriera artistica come attrice recitando in piccole parti. Dopo il suo incontro con Mick Jagger, del quale fu compagna per qualche anno, inizia una fruttuosa collaborazione con i Rolling Stones con indimenticabili brani come "As Tears Go By" e "Sister Morphine" interpretati anche da lei stessa. La travagliata storia con Mick Jagger culminata con la definitiva separazione, alcune scelte sbagliate e l'uso di sostanze stupefacenti ne offuscano l'immagine e determinano una lenta ma inevitabile perdita di popolarità fino a relegarla nel dimenticatoio per molti anni. Ma, a sorpresa, nel 1979 riesce a tornare al successo grazie a uno storico album intitolato "Broken English", e riprendendo a collaborare con alcuni dei più grandi interpreti del panorama musicale e continuando anche la sua carriera di attrice.
Come Mary Hopkin, anche Marianne Faithfull partecipa al Festival di Sanremo nel 1967, con il brano "C'è chi spera", cantata in coppia con Ricky Maiocchi, ma con scarsa fortuna.La canzone, infatti, non supera le eliminatorie e non approda alla finale. In Italia incide un paio di dischi con canzoni interpretate in italiano. Il primo 45 giri è del 1965 e riporta sul Lato A la bellissima "Quando Ballai Con Lui" cover di "Morning Sun" da lei stessa interpretata. Sul Lato B vi è "Un Piccolo Cuore" cover di "This Little Bird", sempre appartenente al suo repertorio. Il secondo 45 giri, come si è detto, venne realizzato dopo la sua partecipazione a Sanremo con il brano "C'è Chi Spera" scritta da Pace, Panzeri e Colonnello. Il lato B, invece, è una canzone in inglese intitolata "Oh Look Around You".


"Quando Ballai Con Lui"(Morning Sun)/"Un Piccolo Cuore"(This Little Bird)
Derby - Numero Catalogo DB 5141 - Anno 1965

Front Cover


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"C'è Chi Spera"/"Oh Look Around You"
Derby - Numero Catalogo DB 5171 - Anno 1967

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Donovan, il menestrello


Donovan Phillips Leitch (Glasgow, 11 Maggio 1946), in arte Donovan, è stato spesso indicato come la risposta britannica a Bob Dylan. In realtà, pur essendoci delle affinità fra i due grandi artisti, è un paragone che non regge molto. Le canzoni di Donovan hanno una positività anche nei testi che è difficile da rintracciare nelle composizioni di Dylan. Ma anche musicalmente le differenze sono numerose e pare anche che, fra i due, non ci fosse grande simpatia. Personalmente ho sempre provato una sensazione di grande serenità ascoltando i dischi dello scozzese e persino il suo volto riesce a darmi questa sensazione. Nel 1968 si aggrega al gruppo di artisti partiti per l'India per seguire le dottrine dello yogi Maharishi Mahesh di cui fanno parte i Beatles, Mike Love dei Beach Boys, l'attrice Mia Farrow, sua sorella Prudence (quella della canzone "Dear Prudence" dei Beatles) e le sorelle Pattie Boyd (moglie di George Harrison e successivamente di Eric Clapton) e Jennifer Boyd, entrambe modelle. E proprio Jennifer Boyd fu la musa ispiratrice per uno dei più celebri brani scritti da Donovan, la dolcissima "Jennifer Juniper" che, in seguito, avrebbe inciso anche nella nostra lingua con il testo scritto da Paolo Limiti.




"Jennifer Juniper"/"Mellow Yellow"
Epic - Numero Catalogo 5-9958 - Anno 1968


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(Fine Prima Parte)

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